Gianni Dall’Angelo detto “Arpa”

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Tutte le volte che passavo per Montagnana, mi veniva in mente che vi abitava un nostro carissimo amico Gianni Dall’Angelo detto Arpa, ex giocatore della S.P. Monselice. Un paio di volte mi sono fermato a salutarlo e fu in una di quelle che mi misi d’accordo di trovarci per fare la sua storia calcistica.

E’ stato un giorno di Maggio. Mi stava aspettando nei locali della carrozzeria che ha gestito per tanti anni e che ancora adesso lì dentro ha sempre qualcosa da fare.

Entro e lui mi viene incontro con il suo solito sorriso, ma notai subito che andarlo a trovare per farmi raccontare e pubblicare la sua storia nel nostro notiziario, lo rendeva felice. Ci salutammo da vecchi amici e poi è lui che inizia la conversazione:
-“Ho tre cose che ci tengo moltissimo dirti, la prima, la più importante, di cui vado orgoglioso e mi dà tanta felicità, è che ho quattro figli e sette nipotini”-
-“Complimenti!”-
-“La seconda, vieni che ti faccio vedere quello che sono riuscito a costruirmi nella vita”-
Entriamo in un capannone, poi mi porta in un altro e in un altro ancora:
-“…di qua c’è un appartamento, di là ci sto io e fuori tutt’intorno c’è spazio verde”-
-“Di nuovo complimenti”- gli dico.
-“La terza cosa è che la tua visita per scrivere di me nel vostro giornalino mi rende felice e un po’ mi commuove. Ringrazio e saluto te e tutti gli amici”-
-“Non c’è di che, è un impegno che mi sono preso e lo faccio volentieri. Il sottoscritto e gli amici sperano di vederti al pranzo annuale che facciamo e che ti unisca alla nostra “Associazione Vecchie Glorie S.P. Monselice” così potrai essere informato di quello che facciamo tramite il nostro notiziario”-
Intanto, camminando e per rompere il ghiaccio, gli dico:
-“Gianni, non ho mai saputo perché ti chiamano Arpa, me lo puoi dire?”- Si mette a ridere e incomincia -“Io da giovane ero tanto magro e mio padre aveva un cavallo anche lui magrissimo, entrambi avevamo le costole talmente in evidenza che un amico di allora, un certo Ceresoli, un giorno, di fronte ad un gruppo di amici, disse “Tu Gianni, con quelle costole che ti ritrovi, puoi suonare l’arpa e quando vuoi la puoi suonare anche su quelle del cavallo”. Ci fu una grande risata e da quella volta fui battezzato Arpa”-
-“Bene. Ora che abbiamo spiegato una cosa che nessuno sapeva, parlami di te. Incominciamo da quando sei nato”-
-“Sono nato a Monselice il 22 Novembre del 1932. Già da ragazzino prendevo a calci tutto quello che trovavo per strada e si intuì subito quale sarebbe stata la mia passione. Allora non si incominciava a giocare da piccoli, ma appena ebbi l’età mi chiamarono per far parte del C.S.I. e poi della seconda squadra del Monselice. Ma ci restai poco, perché a sedici anni entrai in prima squadra. Era il 1948”-
Poco dopo, a detta di tanti sportivi, si formerà una delle più forti e famose mediane del Monselice: Soloni V., Baratto, Dall’Angelo.

Gianni è un giocatore dal fisico esile, ma ha dentro tanta grinta, voglia e passione che diventerà una pedina insostituibile della squadra.
-“Ero un mediano a tutto campo, incontrista e attaccante. Le mie qualità migliori penso siano state la tecnica, la resistenza e il senso della posizione. Ho giocato dal 1948 al 1954 a Monselice, poi andai militare e lì fui ingaggiato dal Pisa, dove feci un campionato di IV serie molto bello.

Ritornato dal servizio di leva rimasi col Monselice fino al 1959. Mi ricordo che ho giocato anche con te, che allora eri un “bocia” molto promettente”-

-“Sì, avevo sedici anni anch’io, come te all’inizio”-

Poi lui riprese -“Gli anni 59, 60, 61 li passai a Legnago e da qui a Cologna dove restai fino al 1964.

Gli impegni di lavoro aumentavano, così decisi di sistemarmi a Montagnana, appunto il paese dove avevo avviato l’attività. Non ci crederai, ma col Montagnana giocai altri dodici anni, fino al 1976. Avevo 44 anni.

Però mi dispiaceva staccarmi dal calcio, quindi intrapresi a fare l’allenatore proprio lì e lo feci per dieci anni. Ma la voglia c’era ancora e alla richiesta del Megliadino S.Fidenzio risposi subito sì. Non ricordo bene se ho fatto tre o quattro anni. Quindi ritornai ancora a Montagnana, dove ho fatto l’allenatore fino al 1996 e qua mi sono fermato.

Nel mio piccolo posso dire di aver avuto delle belle soddisfazioni”-

-“A proposito di soddisfazioni, è giusto che le facciamo sapere agli amici che ci leggeranno, quali sono?”-
-“Vittorie negli spareggi col Bottrighe a Cavarzere e col Contarina all’Appiani. L’esperienza in serie D col Pisa. Le finali per il Titolo Veneto vinte quando giocavo col Cologna contro il Bassano”-
-“Hai anche qualche ricordo brutto?”-
-“Certamente, i troppi infortuni alle ginocchia, i quali mi hanno limitato parecchio”-
-“…e sconfitte brucianti?”
-“No, quelle fanno parte dello sport, bisogna essere sportivi ed accettare le vittorie degli avversari anche se qualche volta fortunose”-
-“Hai Fatto tanti gol?”-
-“Abbastanza”-
-“Ne ricordi qualcuno in particolare?”-
-“E si, quello segnato all’Appiani contro il Contarina. Adesso li chiamano eurogol, fu un tiro di controbalzo da 35 metri all’incrocio dei pali”-
-“I compagni di gioco che sono nei tuoi ricordi?”-
-“Soloni, Baratto, Rocca detto Melo, Cavaliere detto Cibo, Giorio e tanti altri”-
-“Fammi tre nomi di giocatori che ti hanno impressionato di più”-
-“Fra quelli maturi: Gemo, Barbierato, Manellino del Monselice, Virgili del Pisa e come giovane un certo Mario Boetto e non lo dico perché sei qui, credimi. Di te ragazzino mi ricordo scatto, rapidità, tiro e coraggio incredibili”-
-“Grazie, ti devo una cena. E degli allenatori che hai avuto, cosa mi dici?”-
-“Ricordo volentieri Gemo, Parisotto, Nasti e Degli Agostini. A quei tempi le cose che ti chiedevano erano la grinta, il cuore e vincere il duello diretto col tuo avversario. Tatticismi non ne ricordo”-
-“Pensi mai al passato?”-
-“Si spesso ho dei bei ricordi, che sono in un cassetto. Non vivo di quelli”-
-“Segui ancora il calcio?”-
-“Si, ma solo per televisione. Sono un grande tifoso della Juventus”-

-“Se ti chiedessi cinque nomi dei più grandi calciatori di tutti i tempi, chi ti verrebbe in mente?”-
-“Pelè, Sivori, Cruijff, Charles e Maradona”-
Niente male. Ciao Gianni e arrivederci a presto.

Mario Boetto

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